Come fare tutto il lavoro faticando meno

Talvolta capita di vedere persone che si affannano nel tentativo di fare tutto in una volta, più attività insieme, faticare e sudare come dei matti e alla fine accorgersi di aver portato a termine solo una parte di ciò che si sarebbe voluto o dovuto. Una enorme profusione di energie non significa fare le cose bene e ci si accorge alla fine della giornata di non avere nemmeno il minimo tempo per se. Occorre organizzazione per garantirsi i migliori risultati con il minimo sforzo. Alcuni consigli utili possono essere, ad esempio, eseguire i lavori più complicati per primi al mattino, quando si è più freschi e le concentrazione è all’apice. Importante non significa urgente e viceversa.

Dai la priorità alle cose urgenti, che richiedono una soluzione a tempi brevissimi, spesso le cose importanti hanno tempi più lunghi come progetti eccetera. Datti dei tempi e cerca di rispettarli: ogni attività richiede il suo tempo e affronta una sola cosa per volta. A proposito di tempo, è incredibile il tempo che impegna stare al telefono, vedere le chat , giocare ai casino online e inoltre distoglie l’attenzione e la concentrazione richiedendoti più tempo per fare le stesse cose. Prenditi le giuste pause tra un’attività e l’altra e approfitta di questo per le tue telefonate personali. Durante la pausa non stare seduta al tuo posto di lavoro, sgranchisciti un po’ le gambe. Anche quando sei a casa impara a delegare ciò che è possibile, verso i figli è educativo e tu risparmi tempo per ciò che non puoi delegare. Seguendo questi semplici e banali consigli ti accorgerai di riuscire a fare di più con meno fatica e meno tempo, ricavandone anche per te stessa.

Ma vediamo gli ultimi sviluppi dagli Stati Uniti. Nel mondo scientifico una maggioranza schiacciante degli scienziati sono concordi nel ritenere che i cambiamenti climatici e il surriscaldamento globale sono da riferire alle attività umane, alle emissioni di gas serra in atmosfera, primo tra tutti la famigerata CO2: altri scienziati negano questa ipotesi ricordando sconvolgimenti climatici del passato quando ancora le industrie dovevano essere inventate e di gas serra derivati dalle attività umane non ne esisteva traccia. Il mondo scientifico, dunque, è diviso anche se sbilanciato verso la responsabilità del CO2.

Quest’anno nell’area caraibica, soprattutto, si sono formate 15 tempeste tropicali, fino ad ora e di queste 10 si sono evolute in Uragani con le conseguenze disastrose che sono sotto gli occhi di tutti: morti, distruzione, danni. Anche la siccità si è fatta sentire un po’ ovunque, inaridendo i terreni e facilitando lo sviluppo di vasti incendi, ultimo in ordine di tempo quello tuttora in atto in California, il peggiore nella storia di quello Stato.

Tutto questo non ha modificato l’idea del Presidente USA Donald Trump che in campagna elettorale aveva prospettato un ritorno all’uso massiccio del carbone a fini energetici e così ha mantenuto la sua opinione: gli USA vanno verso un ritorno al carbone in barba agli accordi di Parigi sulla riduzione delle emissioni, un accordo firmato convintamente dal suo predecessore ma che Trump ha dichiarato da subito di non voler rispettare. Il ritorno al carbone avrà una ricaduta anche positiva sull’occupazione USA, consentendo 160 mila posti di lavoro in più ma che ne sarà del nostro pianeta?